Tre poesie di Roberto R. Corsi da La perdita e il perdono

Tre poesie di Roberto R. Corsi da La perdita e il perdono

Visto che è la giornata mondiale della poesia, pubblichiamo sul nostro canale YouTube – va detto, contro ogni suo volere – il video con Roberto R. Corsi che legge, in vestaglia, le tre poesie più votate fra quelle che ci avete indicato.

Con questo video cominciamo una nuova mini rubrica, chiamata TRE POESIE (come i tre i fiammiferi di Prévert) con cui chiederemo di volta in volta ai nostri autori di leggere, meglio se in déshabillé, o come si sta a casa, tre poesie fra quelle che preferite dei loro libri.

Roberto R. Corsi su La Nazione

Roberto R. Corsi su La Nazione

Oggi su La Nazione Michele Brancale recensisce il nostro Roberto R. Corsi.

L’autore, che vive tra Firenze e la Versilia, si misura nelle quattro sezioni del volume col senso di un tempo che può essere dissipato, buttato via, fino al disprezzo di sé e degli altri, come aveva già intuito e in parte declinato nel suo precedente libro. Tuttavia resiste l’altra possibilità, quella costruttiva, che deve fare i conti con la Storia comune, con una perdita più grande della propria…
Roberto R. Corsi su Poesia del nostro tempo

Roberto R. Corsi su Poesia del nostro tempo

Oggi su Poesia del nostro tempo è possibile leggere una selezione, a cura di Silvia Rosa, di poesie da La perdita e il perdono di Roberto R. Corsi.

“E se proprio non puoi la vita e la poesia che desideri,
gustale di nascosto come una pizza surgelata al salame piccante.”
Se un verso così lo avesse scritto il newyorkese Frank O’Hara (capacissimo di farlo) oggi tutti direbbero che era provocatorio e innovativo. Siccome lo ha scritto il Corsi, che è di Firenze, il massimo che gli diranno sarà: Ma come si è permesso, ancora una volta, di rovinare tutto.

 

Francesco Salvini su La perdita e il perdono

Francesco Salvini su La perdita e il perdono

A una prima lettura, questo libro di Corsi è semplice e immediato, un’antologia dei suoi “best of” già editi e, come coda, una nutrita miscela di inediti.

A una seconda lettura, ti rendi conto dei riferimenti colti, non solo poeti citati (Rilke, Kavafis, Pelliti) e non (Leopardi, Campana, qualcosa di Luzi), ma anche elementi di calcio e finanza. Inoltre inizi a subodorare un’atmosfera non proprio generica o casuale.
Alla terza lettura ti accorgi che la parte “già edita” è una dichiarazione di poetica e contesto, una doverosa anticamera alle cinque sezioni che seguono: la critica (in entrambe le sue accezioni) di/a un mondo (poetico, fisico, sociale) pluristratificato e pieno di problemi che si scoprono solo dopo una lettura approfondita, con sguardo attento – l’occhio del poeta ma anche del lettore che non si ferma al primo livello di comprensione, confondendo chiarezza con semplicità.
Roberto R. Corsi ci offre il libro di poesia sulla poesia di chi saggia la nicchia e sa di non poter durare, né come poeta, né come uomo anagrafico, tanto meno come rappresentante di una razza destinata all’estinzione.
Questa è la perdita; il perdono è il proseguire a dirlo col suo sorriso epigrammatico.

 

La perdita e il perdono su Pergeion

La perdita e il perdono su Pergeion

Ecco uscita su Perigeion una bella recensione a La perdita e il perdono di Roberto R. Corsi a cura di Lorenzo Gattoni.

“se è vero che in qualche modo la scrittura esprime (e a volte rivela più di quanto si vorrebbe) chi la scrive, ebbene la pagina poetica di Corsi è un caleidoscopico attraversamento di esperienze; la scrittura – a suo modo esercizio di misura – non riesce a contenere l’esuberanza, l’élan vital, l’eclettismo dell’autore che così tracimano sempre in ironia, autoironia, motteggio, verve affabulatoria, in una affastellante concrezione. Ma sempre, sia detto anche questo, esprimendo nella scrittura sapienza stilistica e linguistica certamente rare.”
Massimo Seriacopi su La perdita e il perdono

Massimo Seriacopi su La perdita e il perdono

Dal blog di Roberto R. Corsi una recensione, a cura di Massimo Seriacopi, di La perdita e il perdono.

Una nobiltà di intenti immersa in un corrosivo, amaro considerare la reale difficoltà dell’inserimento nella cosiddetta “società”, a volte insensata alla percezione (malata? O solo più affilata, più profonda e sincera?): e proprio questo contrasto contribuisce a dare energia e capacità d’impatto alle poesie di Corsi.

[Leggi qui]

Alessio Alessandrini su La perdita e il perdono

Alessio Alessandrini su La perdita e il perdono

Dal suo profili Instagram, la recensione di Alessio Alessandrini a La perdita e il perdono di Roberto R. Corsi.

Potrei semplicente consigliare di leggere il testo a pag 46 dal titolo “Da capo a fondo”, leggerlo e rileggerlo più volte, (vale l’intero biglietto, come si dice), tanto basterebbe a comprendere l’antifona di questo libello travolgente e straordinario che rende ossigeno a una poesia, quella contemporanea, in fase di profonda asfissia. La perdita e il perdono è una raccolta ottimamente congeniata sia graficamente, con la bellissima copertina, sia negli apparati, penso alla presentazione dell’autore nel retro che sancisce (e santifica) tutto, che nella struttura interna con rimandi e un macrotesto che evidenzia il raffinato lavoro editoriale. Roberto R. Corsi più di una volta prova a mettere le mani avanti, a dirci che lui proprio non ci riesce a essere come i molti poeti del lirico e della glassa, né a imbonire il lettore politicamente corretto, e questo è il seme e il frutto, il bene e il tutto, di questa raccolta. Caustica quando deve esserlo, dolente, demistificatrice, irridente e sopratutto fresca pur nella sua tradizionale struttura metrica. Poesia colta, si dirà, e per fortuna…! Per pochi? Meglio ancora….! Se potessi correrei ora a casa del Corsi a ridere di buon gusto alle sue battute, mi gratterei le palle sul Lungarno insieme a lui, con lui ad osservare il gioco vano delle onde e dei suoi/nostri metri, a guardare i versi andarsene innocenti e perversi e stupire, nel riso che abbonda, di ritrovare, come solo resto, una arrendevole disperazione. Perché è proprio l’innocenza quella che è andata persa insieme al sogno di un bambino interrotto dal drago cementizio, il resto è una supplica affinché ci si perdoni di aver ceduto inermi a tanta inadeguatezza. Resta, forse, il risarcimento della poesia, ma è cenere anche quella : “Da essa uno, due versi/poi più nulla.”
Ordine e Mutilazione su Mostly Weekly

Ordine e Mutilazione su Mostly Weekly

Oggi su Mostly Weekly #21 La newsletter omonima a margine del canale Telegram, nella rubrica Poetry Room (in fondo alla pagina) Roberto R. Corsi consiglia la lettura di Ordine e mutilazione di Elena Zuccaccia.

“La passione come inevitabile fallimento, desiderio di possesso e di eccesso; temi ricorrenti e qui declinati con quieta forza, con uno stile frammentato ma non retorico. Suggestioni di Lacan, Marco Ferreri, Malraux, ma costante e provvida semplicità.”