Il carrello è attualmente vuoto.
Il mondo come un clamoroso errore
Paolo Polvani vincintore della IV edizione di Luce a Sud Est
Vince la IV edizione di Luce a Sud Est – Concorso di scrittura sociale, promosso da Pietre Vive Editore e Il Tre Route Ebbro associazione culturale, la raccolta di poesie Il mondo come un clamoroso errore di Paolo Polvani.
La giuria del concorso, composta quest’anno da Marco Montanaro, Raffaele Niro, Cataldo Bevilacqua, Luciano Pagano e Antonio Lillo conferma, per il secondo anno di fila, la capacità della scrittura poetica di farsi linguaggio incisivo e preferenziale per affrontare le mai risolte questioni sociali del nostro Paese.
Paolo Polvani, classe 1951, vive a Barletta. Ha pubblicato diversi libri e collabora con varie riviste. È tra i fondatori e redattori della fanzine Versante ripido.
Il mondo come un clamoroso errore è una raccolta assai compatta di ritratti in versi. Protagonisti ne sono alcune figure di marginali, spesso immigrati, trattati con grande rispetto umano, apertura e curiosità per l’altro. Le poesie, dal verso nitido, spesso prosastico, hanno un taglio assai diretto, immediato e teso alla maggiore trasparenza possibile, ma raggiungono, nei testi di maggiore intimità e calore umano, vette liriche assai intense.
Dice Polvani: «Non credo che la poesia salverà il mondo, tuttavia credo che contribuisca a restare umani, a non perdere di vista un preciso indirizzo etico di partecipazione e di condivisione. La raccolta è semplicemente una sequenza di sguardi su persone e avvenimenti definiti genericamente come “ultimi”. Eppure credo che la poesia non possa prescindere da una grande curiosità e apertura nei confronti delle persone, da una forte empatia verso tutti gli esseri. E che questo interesse, unito a una tensione verso la ricerca di una più ampia ed efficace giustizia sociale – confluendo in quella più vasta corrente che definiamo cultura – possa contribuire a formare una energia di resistenza nei confronti del progressivo imbarbarimento cui siamo soggetti».
Una poesia dalla raccolta:
PURCHÉ VINCA LA GIUVE
Che il mondo vada a scatafascio, le guerre inaspriscano il pianeta,
i barconi facciano naufragio, i migranti a picco, i padri accoltellino
nel sonno, s’impennino i femminicidi, l’acqua scarseggi e tutta
sia di pochi, la crisi spiazzi, che l’ultima goccia di petrolio schizzi,
tutto questo per te non fa una piega, purché si vada avanti
con la liga, purché si faccia il coro, purché la curva ostenti
lo striscione, purché si salti sugli spalti, purché
il gregge veneri il pastore, purché viva la Giuve, purché risplenda
quella fede antica, la divinità più amica, purché viva la fica,
che il mondo scarti, scivoli, cada a precipizio, la bomba
faccia un’ecatombe, a Gaza i razzi squarcino i bambini, il paese
deragli, affoghi alluvionato, ma non si tocchi il campionato, purché
viva la Giuve, resti alto il vessillo del credo che anestetizza,
favorisce il sonno, confonde il senno, ottunde, vaneggia, mistifica, purché
viva la fica. Il mondo crolli, si sfracelli, ma che la curva
urli, il delirio deliri, il fanatismo scrosci e rimpiazzi
i residui sprazzi di lucidità, tutto finisca, si esaurisca il mondo, purché vinca la Giuve.
da