Elvio Ceci su Bestiario Fiorito

Libro di poesie estremante denso, difficilmente sviscerabile nel poco spazio impostovi: tanto che ogni sezione potrebbe essere ampliata e approfondita. Prendiamo solo un punto, dei tanti. Il libro è la narrazione di un io sociale, per niente individuale: il punto di vista, genuino e sincero, ti coinvolge immergendoti in un periodo storico definito e universale. Sia nelle sezioni Catulliane, dove il linguaggio diventa esplicito e scurrile (ma mai volgare); sia nelle sezioni in prosa poetica, in cui la liricità ti coinvolge con melanconia e rabbia; sia nelle sezioni più violente contro le persone che lo hanno ferito, si sente in fondo sempre un io-dolce, conviviale, che tenta di riflettere sul sé in quanto sincero conoscitore della contemporaneità. C’è Pasolini qui. Un libro da leggere come un romanzo di Cortazar.

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