Il tuo carrello è attualmente vuoto!

Metterci un pezzetto di sé. Del corso di social media marketing
Non è che servano grandi intuizioni per strutturare una strategia di social media marketing. Servono idee, è vero, ma soprattutto metodo. Condividiamo dunque pochi semplici consigli appresi durante il corso di Social Media Marketing organizzato con Ninja Academy nell’ambito di B.digital.
Ovviamente non è tutto ciò che abbiamo ascoltato, ma sono cose pratiche che chiunque può mettere in atto con un po’ di ingegno. Del resto le pubblichiamo come promemoria anche per noi, per i momenti di sconforto, quando mancano le idee e allora l’unica è sempre e comunque darsi da fare.
PIANO EDITORIALE

Per prima cosa serve fare un piano editoriale. Quindi darsi un tema: quale argomento voglio trattare e come voglio trattarlo? Come posso creare il bisogno di quella cosa attraverso la mia narrazione?
Fondamento di ogni strategia, dunque, sono i contenuti. Per questo è necessario creare una adeguata storytelling (parola assai cara a Baricco, lo sappiamo) finalizzata a raccontare una storia, la tua storia più o meno speciale, questo allo scopo di emozionare chi legge. Perché solo l’emozione genera attenzione.
Come in ogni cosa, l’onestà è tutto. Eppure, allo stesso tempo, è considerato un valore il fatto che il post abbia un interesse pubblico. L’ideale, anche se riporto un fatto, è quello di fare mio il contenuto di un pezzo, riscriverlo e metterlo sul mio blog, aggiungere al pezzo un pezzetto di me, ma raccontando la storia di tutti. È questo il segreto di ogni buona storytelling.
Infine, proprio perché si parla a tutti, prima di pubblicare sarebbe buona norma fare attenzione a cosa si sta per dire considerando il contesto intorno: che sta succedendo là fuori mentre sto per lanciare il mio messaggio? Rischio di essere inopportuno quando volevo solo fare il simpatico? Sembra stupido puntualizzarlo, ma succede più spesso di quanto di possa credere.
È importante poi fare una adeguata analisi dei propri competitor. Chiedersi: cosa manca a loro che posso dare io? E dirlo usando un linguaggio semplice e immediato, accattivante. Ancora di più è essenziale sviluppare una buona capacità di ascolto. Non chiudersi nel proprio mondo autoreferenziale ma aprire le orecchie e la mente a quello che dicono gli altri. Spesso il mondo va in direzione opposta alla nostra, non è necessariamente un male, ma noi dovremmo essere in grado almeno di sapere dove vogliamo andare e perché.
TABELLA
Organizzare il proprio lavoro è sempre importante. Non lesinate una tabella di marcia e fate una tabella del vostro piano editoriale. Può sembrare una cosa pedante, ma serve. Una tabella è necessaria a darsi un ordine imprescindibile che se si provasse a fare a memoria si frantumerebbe sullo scoglio dei propri impegni giornalieri. Un buon piano editoriale si pianifica una volta a settimana e poi agisce giorno per giorno. Né va dimenticato che i piani più efficaci agiscono nel tempo, sulla lunga distanza. La costanza è tutto in questo genere di attività.
Strategia e tabella di lavoro andrebbero costruiti sulle varie tipologie di argomenti che si vogliono trattare (post culturale, post generico, foto, video, post dal proprio blog, infografiche, ecc), e alternarli in maniera organica per non annoiare i lettori.
L’ideale prevede una tabella Excell, su cui mettere in colonna, giorno per giorno tutti i giorni della settimana e le ore in cui vogliamo agire, e in riga in alto il nostro progetto di pubblicazione sui vari social su cui si sceglie di intervenire. In tal senso, la comunicazione maggiore, pare ovvio, va fatta su Facebook che è il social con maggior diffusione esistente, ma anche gli altri possono essere utili, se però li si usa in maniera oculata alle loro funzioni. Ad esempio Twitter è una fonte di trend di tendenze e di influenze e sarebbe utile usarlo soltanto per quello (molte agenzie di comunicazione hanno un pc acceso esclusivamente su twitter solo per controllare le ultime tendenze). Ma visto che serve soprattutto a dei post con rimandi, è abbastanza inutile pubblicarvi dei post senza un link. Così Google+ può essere utile per essere meglio indicizzati, quindi va usato per dei post che richiedono molta visibilità; LinkedIn per relazione di lavoro o post a tema lavoro; Instagram per una maggiore immediatezza (ma senza mai abusare degli hashtag, max 4).
Parlando di tag e #hashtag, vengono spesso usati poco e male, e andrebbero organizzati meglio. Quando scrivi un post è sempre utile aggiungere i tag. Almeno 3 a post ma non di più per non creare disordine, e che considerino il senso e l’argomento del post. E poi almeno 2 hashtag per post. Per l’hashtag va sempre considerato chi organizza, nome progetto, località in una parola, ma non limitatevi a ripetere cose che avete già detto nel post, inventate: gli hashtag migliori sono i più creativi e comunicativi, servono a comunicare fuori in fondo. Cosa importantissima: mai scordare l’url al proprio sito!

Veniamo al social più importante. Per una buona mobilità della propria pagina Facebook, l’ideale sarebbe publbicare due o tre post al giorno secondo il piano editoriale stabilito. Se devi pubblicare molti più contenuti di così, allora vale la regola dei 30 minuti: aspetta almeno 30 minuti fra un post e l’altro per permettere una corretta visualizzazione dei vari contenuti e non affossare il lettore.
È importante anche mantenere sempre alto il tasso di conversazione coi lettori: la maggior parte dei piani editoriali delle grosse aziende fallisce perché non c’è interazione con pubblico né un adeguato engagement. Infine è importante usare accuratamente Facebook Insight per dei controlli periodici sul traffico organico della propria pagina e quindi per capire come agire per migliorare i propri contenuti.
Visto il recente interesse di Facebook per i video, utilizzarli spesso e meglio video e dirette (purché per riprese sotto i 30 sec, altrimenti c’è sempre youTube) può essere un buon investimento sul proprio piano editoriale.
Lascia un commento