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Luigi Ianzano Peppijanne affine lu penzere cu ddui tire ce jama d’attunnĂ mĂ©cche a crĂ©scie e sfreffĂ³dda la parĂ²la cu ddui pĂ¹jene fĂ³rne de mbastĂ la mbarine e strascìne a vĂ²tacĂ©re mète spìcule scĂ²zzele penzere cerne scĂ²tele tembre li parĂ²le ce vĂ² l’arte e ce vĂ² lu mestere Svapando metto a punto il pensiero con due tiri va prendendo forma metto a lievitare e trabocca la parola con due pugni completo l’impasto la infarino e strascino a capogiro mieto spigolo sgrano pensiero setaccio scuoto tempero parole ci vuole arte e ci vuole mistero
Allu nghianĂ / Al risalire di Luigi Ianzano si divide fra versi in apulo-garganico e puntuali versioni in italiano. Ianzano si muove con disinvoltura fra attenzione quasi maniacale al fatto linguistico e pura e intima emozione poetica mossa da un afflato naturalistico venato di misticismo, in continuo dialogo coi luoghi in cui abita e in accorata partecipazione, come insegnante e cittadino, alle fragilitĂ del nostro tempo. Essenziali didascalie, con funzione di contestualizzazione e glossario, sono poste a supporto dello scavo semantico sollecitato dai versi.
Luigi Ianzano (1975) è nato e vive sul Gargano. Formazione classica, giuridica, pedagogica. Docente nel secondo grado. Dopo un romanzo e plaquette di versi giovanili pubblica le raccolte Taranda mannannera e Spija nGele, la laude Come ce mbizza la cèreva, cura la silloge FĂ²chera mbĂ©tte mestecate e la raccolta postuma delle poesie di Pasquale Bonfitto Perdonami se parlo di Te. Promuove il sodalizio La Putèca fra creativi nella lingua locale. Versi e contributi compaiono in antologie e riviste, tra cui «incroci» e «Studi medievali e moderni».
Info e contenuti sul blog luigiianzano.it
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